L'arrivo di Wang
Allettante l'idea. La parte iniziale tra il lavoro urgente riguardante circostanze particolari e il tizio nell'ombra che assolutamente non può essere visto in faccia, è molto efficace. Non poteva durare tre ore questo tenere sulle spine e infatti dopo poco più di mezz'ora si passa alla fase successiva meno incisiva, a mio parere, rispetto l'intro, ma comunque rispettabile. Le conversazioni tra Wang e la traduttrice sono decisamente il lato migliore della seconda parte (quella a luce accesa). Boccio le parti action/flashback narrative perchè non mi hanno molto convinto, evitabili e perditempo, peccato; anche se devo confessare che non sono poi così fastidiose. Idea finale simpatica e difficile rappresentarla in maniera diversa da quella usata, quindi OK. Bravo Ennio Fantastichini, attore conosciuto principalmente per i suoi lavori con Özpetek, incazzoso e nel ruolo. Effetti speciali non perfettissimi quando sfruttano l'integrazione con la CGI, specialmente in alcune inquadrature, ma perdonabile e soprattutto tollerabile. Bravi gli animatori.
Cover Boy
Posso assicurare che la parte introduttiva con relativo svolgimento, che vede l'ingresso in Italia del giovane rumeno, riesce ad essere speciale. Se il film fosse stato tutto su quella lunghezza d'onda senza perdersi in un groviglio narrativo, probabilmente il film sarebbe stato perfetto. Ma nonostante tutto rimane una notevole prova. Carmine Amoroso con una lama riesce ad affettare il nostro paese, diciamo pure un paese della comunità europea in generale, mostrandoci una sezione di quello che si trova all'interno - tra meccanismi ed ingranaggi - e all'esterno - scorza che riveste questi meccanismi - della nostra società (italiana/europea). Il parallelo tra due ragazzi - uno meno giovane (quarantenne), abruzzese ed eterno precario, Michele; l'altro rumeno giovanissimo e con il desiderio di accumulare soldi per poter ritornare nel suo paese, Ioan - sembra una indicazione più che attendibile delle realtà, e relative condizioni, riscontrabili tra la porzione di popolazione appartenente ad un certo gradino (pianerottolo purtroppo, anche abbastanza esteso) della scala sociale. I due condividono un sogno, quello di aprire un locale chiamato "da Ioan e Michele", e il loro sogno prevede di aprire questo locale in Romania.
Allettante l'idea. La parte iniziale tra il lavoro urgente riguardante circostanze particolari e il tizio nell'ombra che assolutamente non può essere visto in faccia, è molto efficace. Non poteva durare tre ore questo tenere sulle spine e infatti dopo poco più di mezz'ora si passa alla fase successiva meno incisiva, a mio parere, rispetto l'intro, ma comunque rispettabile. Le conversazioni tra Wang e la traduttrice sono decisamente il lato migliore della seconda parte (quella a luce accesa). Boccio le parti action/flashback narrative perchè non mi hanno molto convinto, evitabili e perditempo, peccato; anche se devo confessare che non sono poi così fastidiose. Idea finale simpatica e difficile rappresentarla in maniera diversa da quella usata, quindi OK. Bravo Ennio Fantastichini, attore conosciuto principalmente per i suoi lavori con Özpetek, incazzoso e nel ruolo. Effetti speciali non perfettissimi quando sfruttano l'integrazione con la CGI, specialmente in alcune inquadrature, ma perdonabile e soprattutto tollerabile. Bravi gli animatori.
Cover Boy
Posso assicurare che la parte introduttiva con relativo svolgimento, che vede l'ingresso in Italia del giovane rumeno, riesce ad essere speciale. Se il film fosse stato tutto su quella lunghezza d'onda senza perdersi in un groviglio narrativo, probabilmente il film sarebbe stato perfetto. Ma nonostante tutto rimane una notevole prova. Carmine Amoroso con una lama riesce ad affettare il nostro paese, diciamo pure un paese della comunità europea in generale, mostrandoci una sezione di quello che si trova all'interno - tra meccanismi ed ingranaggi - e all'esterno - scorza che riveste questi meccanismi - della nostra società (italiana/europea). Il parallelo tra due ragazzi - uno meno giovane (quarantenne), abruzzese ed eterno precario, Michele; l'altro rumeno giovanissimo e con il desiderio di accumulare soldi per poter ritornare nel suo paese, Ioan - sembra una indicazione più che attendibile delle realtà, e relative condizioni, riscontrabili tra la porzione di popolazione appartenente ad un certo gradino (pianerottolo purtroppo, anche abbastanza esteso) della scala sociale. I due condividono un sogno, quello di aprire un locale chiamato "da Ioan e Michele", e il loro sogno prevede di aprire questo locale in Romania.
Mi mancano entrambi, ma prima o poi rimedierò.
RispondiEliminaMi incuriosiscono soprattutto i Manetti Bros.
Anche io ero curiosissimo di vedere il film dei Manetti Bros. . Sono rimasto soddisfatto, alcune particolarità sono straordinarie.
EliminaInvece l'altro era in coda da parecchio tempo, rimanda rimanda ma è stato una sorpresa, bello!
Entrambi film di produzione indipendente a budget limitato, massimo rispetto.