23 luglio 2012
20 luglio 2012
Cyrus
17 luglio 2012
Lockout
regia James Mather, Stephen St. Leger sceneggiatura James Mather, Stephen St. Leger, Luc Besson anno 2012 genere Azione, Sci-Fi cast Guy Pearce, Maggie Grace, Peter Stormare, Lennie James, Vincent Regan, Joseph Gilgun | Un uomo nello spazio per salvare la figlia del presidente. Un milione abbondante di carcerati incazzati. L'astronave di sfondo è il penitenziario spaziale MS One. Bisogna sapere che i prigionieri del penitenziario spaziale vengono tenuti in stasi, per anni dentro cubicoli, riportando chissà quali danni mentali. La figlia del presidente si trova lì per studiare gli effetti di questa stasi quando si accende la rivolta. L'uomo chiamato ad aiutarla deciderà di salire sulla MS One soprattutto per risolvere una questione personale. Le sceneggiature scritte da Luc Besson non saranno originali o niente di fenomenale, ma presentano sempre dei dialoghi forti, decisi e taglienti che rendono la pellicola divertente. Mi riferisco sicuramente a questo Lockout, scritto in collaborazione con i due registi James Mather e Stephen St. Leger, ma anche a Taxxi, Il quinto elemento o Wasabi, per nominare solo alcuni dei titoli meno conosciuti, insomma siamo di fronte a storie con almeno un protagonista maschile che spacca. Jean Reno in Wasabi, Bruce Willis per Il quinto elemento e il meno conosciuto Samy Naceri protagonista della serie Taxxi. In Lockout abbiamo un grande Guy Pearce, perfetto per il ruolo, convincente in coppia con una buonissima Maggie Grace (Lost School). Film d'azione leggero e veloce come un piatto estivo, che mi ha fatto sentire piacevolmente sospeso, ideale con questo caldo canicolare che fa sciogliere le giunture delle gambe e delle braccia.
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14 luglio 2012
Tyrannosaur
regia Paddy Considine sceneggiatura Paddy Considine anno 2011 genere Drammatico cast Peter Mullan, Olivia Colman | La grandezza di questa pellicola ruota tutta attorno alla mastodontica prestazione di Peter Mullan. Il suo personaggio, tirato giù da mille problemi, attraversa momenti grigi, non si considera neppure un bella persona, un coglione si definisce. Tra alcool e rabbia repressa rischia di far sfociare nel modo peggiore quello che si tiene dentro, sempre sul filo di lana, lunatico e nevrotico. Proprio questa sua facile irritabilità lo porta a compiere gesti disperati. L'incontro con la buona Hannah, proprietaria di un Charity shop, gli dà la forza di credere in qualcosa di concreto e poter così dare una svolta alla sua vita, trovandosi perfino a dover vestire i panni della persona responsabile per difendere la buona Hannah da un triste destino. Film tanto, troppo drammatico. Drammatico in ogni sequenza, drammatico nei vestiti, nelle pettinature. Drammatico persino nelle scarpe. Vari stati problematici colorano la scena di un grigio piatto, perfetto per rappresentare il cattivo stato d'animo dei personaggi, logorante se siete in cerca di supporto. Il sole appare dopo un finale sconvolgente, per segnalare la liberazione dall'enorme incudine che incombeva sulle loro teste protagoniste. Perfetta la voce vissuta di Peter Mullan.
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11 luglio 2012
The Way Back
regia Peter Weir sceneggiatura Peter Weir soggetto Sławomir Rawicz anno 2010 genere Drammatico cast Jim Sturgess, Colin Farrell, Ed Harris, Saoirse Ronan, Mark Strong, Dragoş Bucur, Gustaf Skarsgård | Questa storia prende spunto, non so quanto fedelmente, dai fatti realmente accaduti al tenente polacco Sławomir Rawicz, durante la Seconda Guerra Mondiale. Il suo periodo di prigionia in un Gulag siberiano e la successiva fuga fino all'India, vengono raccontati nel libro scritto dal ghostwriter Ronald Downing, uscito in Italia con il titolo Tra noi e la libertà. Ormai l'autore accreditato è il solo Sławomir Rawicz, morto nel 2004, protagonista di una epica traversata transiberiana, intercontinentale, attraverso una spaventosa catena montuosa, poi il deserto del Gobi e tutto combattendo contro la sete e le bassissime temperature. Il titolo originale del libro secondo me rimane perfetto, The Long Walk, una lunga epica marcia di 6500 Km, una distanza che fa venire le vertigini solo pensandola. Inoltre si pone la nostra attenzione sulle motivazioni che hanno indotto questa assurda marcia, quelle circostanze ignobili narrate dalle quali fuggire, sottolineando quanto la libertà sia importante, magnifica e terribilmente difficile da ottenere. Il gruppo rimane il punto forte del nostro film, l'unione tra persone totalmente differenti colpevoli solo di essersi trovate nello stesso campo di prigionia, ai lavori forzati. Anche la diversità degli attori in scena la considero punto di forza del film: Colin Farrell, Ed Harris e Jim Sturgess coprono un buon terreno, operazione di casting che riesce ad accontentare le richieste più disparate degli spettatori. Peter Weir, regista di grandi classici e grandi capolavori, dimostra ancora una volta di essere capace di spremere gli attori fino a farli apparire alla n-esima potenza, disposti anche a sacrificarsi per la storia, come del resto si sacrificarono i prigionieri per ottenere la libertà. Il professor Keating ci insegnò, citando Walt Whitman: "E risuona il mio barbarico YAWP sopra i tetti del mondo."
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08 luglio 2012
Il signore dello zoo
regia Frank Coraci sceneggiatura Nick Bakay, Rock Reuben, Kevin James, Jay Scherick, David Ronn soggetto David Ronn, Jay Scherick anno 2011 genere Commedia cast Kevin James, Rosario Dawson, Leslie Bibb, Ken Jeong, Donnie Wahlberg | La storia di un tizio che non vede la collega "semplice ma comunque sexy" innamorata di lui ma che perde la testa per una super-stronza. Per conquistare la super-stronza ascolta i consigli degli animali... non sto scherzando, gli animali dello zoo lo aiutano a conquistare la super-stronza. DAVVERO! Alla fine si mette con la la collega "semplice ma comunque sexy"... il grande aiuto! Evidentemente nel 2011 tiravano molto i parchi zoologici a tal punto che il signor Hollywood ha deciso di sfornare tanti film a tema. Il noiosissimo film La mia vita è uno zoo e questo. Entrambi riuscitissimi. Un incrocio tra Madagascar e Hitch - Lui sì che capisce le donne. Un mix a cui dobbiamo aggiungere un regista da Adam Sandler e il piatto è servito. Commediola per famiglie, l'etichetta che si porta appresso dalla prima all'ultima scena. La morale come per tutti gli altri film romantici di basso rango: SII TE STESSO. Verrebbe da dire: ma io sono un asino. Allora: sii un asino. Vabbè. Assolutamente da vedere... io l'ho visto mo ve lo vedete pure voi! In Italia manco l'hanno fatto uscire al cinema, direttamente in dvd ahahaha
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05 luglio 2012
Take Shelter
regia Jeff Nichols sceneggiatura Jeff Nichols anno 2011 genere Drammatico cast Michael Shannon, Jessica Chastain, Shea Whigham, Kathy Baker | They've been preparing for some weeks now For when the crucial moment comes To take their refuge in the shelter Let them prepare for what will come Questi versi introduttivi sono presi da un brano heavy metal e sintetizzano abbastanza fedelmente la trama se non fosse per quel "They", loro. No, Lui si sta preparando da alcune settimane. Preparando come parola non andrebbe bene, si potrebbe scovare qualche sinonimo più appropriato che possa ricondurre alla schizofrenia paranoide di Curtis LaForche, per far capire quanto l'alterazione del pensiero sia di primaria importanza in questo delirio onirico. Impressioni visive e sensazioni non permettono alla puntina del grammofono di seguire la traccia impressa sul disco, continuare ad ascoltare rimanendo indifferenti pare impossibile. Dare retta a quanto visto e sentito? Con un escavatore bisogna incominciare a scavare per portare il solco originale alla profondità esatta, per impedire altri salti e fastidiosi disturbi. Cercare di arginare questa sofferenza dando retta alle illusioni. Un sesto senso regolatore garantirebbe la serenità. Si, cedere a queste paranoie! I can't believe all the lying, All the screens are denying That the moments of truth have begun When The Wild Wind Blows, The Final Frontier, Iron Maiden
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02 luglio 2012
L'armata Brancaleone
regia Mario Monicelli sceneggiatura Age e Scarpelli, Mario Monicelli soggetto Age e Scarpelli, Mario Monicelli anno 1966 genere Commedia, Avventura, Comico, Grottesco, Storico cast Vittorio Gassman Gian Maria Volontè Carlo Pisacane Gianluigi Crescenzi Ugo Fangareggi Catherine Spaak Folco Lulli Barbara Steele Luigi Sangiorgi Maria Grazia Buccella Enrico Maria Salerno | Una delle poche cose certe riguardo al nostro paese è che il cinema nostrano degli anni sessanta-settanta, spaccava. Un'altra delle cose certe è che la pasta come la fanno qui da noi non la fanno da nessuna altra parte. Un'altra cosa ancora è che se c'è Italia - Germania, vince l'Italia (e anche in questo Europeo abbiamo insegnato calcio ai mangiacrauti, si ma vuoi na volta due tre ma non imparano mai?! duri di comprendonio. E anche agli inglesi "calcio perfetto, evviva i nostri stadi". Sulla finale di ieri non dico niente). « Oh, gioveni! Quando vi dico "sequitemi miei pugnaci", dovete sequire et pugnare! Poche fotte! Se no qui stemo a prenderci per le natiche. » E questo è uno di quei film di quegli anni, diventato ormai famosissimo. Credo che tutti almeno una volta abbiano sentito il solo titolo, magari non tutti l'hanno visto, ma il titolo... e anche la canzoncina: Branca, Branca, Branca, Leon, Leon, Leon! Fiii...Bum! OKey? Brancaleone da Norcia, avventuriero per circostanza, cavaliere nell'anima, inetto di professione, parte per le Puglie alla ricerca dello ricco Feudo. Seguito dai suoi "soci" - tali in quanto all'accordo fatto di spartire in parti uguali le ricchezze del feudo di Aurocastro in Puglia - attraversa lo - in questo post mi viene da usare "lo" al posto di "il", apparentemente per nessun motivo - Bel Paese. Ma vuoi lo spirito dello nostro protagonista o l'intemperanza dello malo caballo Aquilante, prima di arrivare nella terra rossa si perdono in questo e quello - come direbbero gli Eelst, musici dello moderno tempo -. Insomma: imprevisti, deviazioni di percorso e circostanze paradossali. Personaggio stampato sul volto di Vittorio Gassman, prestazione strepitosa sia nella recitazione espressiva che verbale, con quella stramba parlata pseudolatina-volgare-dialettale e medievale. Medioevo nelle locazioni tipiche italiche, oggigiorno (che comprende il '66) mete turistiche ormai rinomate, e Medioevo negli splendidi costumi eccellenti, stupendamente vissuti ed comicamente esagerati. Medioevo pure nello spirito, zitti zitti e cacchi cacchi Age, Scarpelli e Monicelli hanno fatto una bella panoramica del nostro paese che fu, certo con qualche incongruenza storica (poche), facendo trapelare perfettamente il clima dell'epoca. Manigoldi, guardate! Lo cavaliere tiene al gruppo come un comandante di una nave tiene alla propria ciurma e alla fine pure il manipolo di scapestrati lo riconosce come tale. Questa, signori e signore è l'armata di Brancaleone. Un'armata veloce et ardita che sia veltro e lione al tempo istesso! Ormai il termine è entrato nel linguaggio comune: "io e te semo 'n'armata brancaleone" no scherzo; questa "armata brancaleone riesce ad arrivare in finale" o "partito organizzato come un'armata brancaleone" o "l'armata brancaleone che governa il paese". Questo film non è circoscrivibile ad un solo genere cinematografico, perchè riesce ad essere commedia e dramma, avventuroso e comico, maccheronico e grottesco. Per le molteplici similitudini con il Don Chisciotte della Mancia di Cervantes, si potrebbe quasi definirlo picaresco. Sarebbe un grosso delitto racchiudere in un solo campo un film tanto completo. Non ha bisogno di limiti. Non so voialtri ma al mio modesto parere, quando ciò accade, considero l'opera un Capolavoro. DOV' E' IL PIGLIO DELL'UOMO D'ARMI ? VIA LE GRANDI LORDURE ! VIA GLI STRACCI PENDULI, LE "CACCAVELLE" E I VELLI. DISCIPLINA. FUORI I PETTI, SIAMO L'ARMATA BRANCALEONE, SANGUE DI GIUDA.
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