Johnnie To presenta un film dalle tinte noir ambientato nelle strade di Hong Kong. Forte la figura del protagonista, un passato misterioso e un mestiere, quello attuale, tra i più belli del mondo: chef. Johnny Hallyday entrato ufficialmente nel cast solo in seguito, dato che la prima scelta era caduta sul connazionale Alain Delon, già Frank Costello nel 1967 in un film di Jean-Pierre Melville, Frank Costello faccia d'angelo (Le Samouraï). Ma l'attore rifiutò l'ingaggio dopo aver letto il copione. Hallyday, consigliato dalla produzione, si presentò al regista in abito nero, seduto ad un tavolo del suo ristorante parigino, con aria da gangster. La parte fu subito sua. Ottimo il doppio trio di sicari amico e nemico, scelte adeguate. Impossibile non dare merito anche ai personaggi secondari.
Oggetti: le fotografie sulle quali il nostro chef scrive i nomi per non scordare da che parte sta chi e quale è il suo scopo: vendetta. La pistola con scritto George Fung. Solo un nome, nessun volto. I cubi di materiale rottamato usato come riparo nello scontro a fuoco nella discarica di "famiglia". Le armi nascoste, sempre in questa discarica, nel frigorifero o nel frullatore. La bicicletta tenuta in equilibrio dalle pallottole. I tavoli da picnic e quegli strambi frisbee colorati. E molti altri oggetti di culto.
Poi le scene, una su tutte quella in strada, sotto la pioggia, con la marea di ombrelli che non permette al protagonista di vedere i volti, riconoscere per comparazione dalle polaroid, gli sguardi estranei. Una delle più meritevoli. Questa, come altre scene, descrive bene la condizione dello chef francese senza memoria. Ottime la sequenza di guerriglia tra gang, o meglio tra una gang e i soli tre sicari, nel deposito rottami, scintille e ritmo sfrenato dettato dai caricatori svuotati delle pistole.
Scattiamo un'istantanea a questo film, giusto per non dimenticarcene.
Oggetti: le fotografie sulle quali il nostro chef scrive i nomi per non scordare da che parte sta chi e quale è il suo scopo: vendetta. La pistola con scritto George Fung. Solo un nome, nessun volto. I cubi di materiale rottamato usato come riparo nello scontro a fuoco nella discarica di "famiglia". Le armi nascoste, sempre in questa discarica, nel frigorifero o nel frullatore. La bicicletta tenuta in equilibrio dalle pallottole. I tavoli da picnic e quegli strambi frisbee colorati. E molti altri oggetti di culto.
Poi le scene, una su tutte quella in strada, sotto la pioggia, con la marea di ombrelli che non permette al protagonista di vedere i volti, riconoscere per comparazione dalle polaroid, gli sguardi estranei. Una delle più meritevoli. Questa, come altre scene, descrive bene la condizione dello chef francese senza memoria. Ottime la sequenza di guerriglia tra gang, o meglio tra una gang e i soli tre sicari, nel deposito rottami, scintille e ritmo sfrenato dettato dai caricatori svuotati delle pistole.
Scattiamo un'istantanea a questo film, giusto per non dimenticarcene.
Un film stratosferico, con un incipit da paura ed immagini indimenticabili.
RispondiEliminaDel resto, To è sempre To. ;)
Ford, mi ha davvero sorpreso, scene memorabili, con particolari brillanti. Ottimo anche Hallyday. Insomma un film stratosferico.
RispondiEliminaTo, giù il cappello :)
è il bignami per gli occidentali di To!
RispondiEliminaFrank, direi una presentazione in campo internazionale di tutto rispetto, To ha giocato bene le sue carte. Bravo!
RispondiEliminaPotrebbe essere del genere che mi ispira!
RispondiEliminaLo metto tra i recuperi.
Metto tra i recuperi anch'io, finora l'ho sempre snobbato.
RispondiEliminaGrande Costello! Non sapevo che avessero ripreso lo stesso personaggio. :)
Bolla, recupera poi mi farai sapere se è del genere che ti ispira :)
RispondiEliminaOttimista, un recupero è consigliato, la visione merita, secondo me.
Il personaggio di Costello vuole essere proprio un omaggio a quello di Melville. Comunque per un Alain Delon mancato, To ha trovato in Johnny Hallyday un valido interprete per il ruolo nel film.
Adoro To alla follia, ma questo film, pur avendolo aspettato con ansia, mi ha deluso. Ottima tecnica, forse la migliore che abbia mai mostrato, ma cuore poco e niente, con inutili esagerazioni nella parte conclusiva. Siamo lontani anni luce da i due Election, Mission ed Exiled, a mio avviso.
RispondiEliminaPerò anche solo la sparatoria nel bosco sarebbe sufficiente per renderne obbligatoria la visione ;)
Benvenuto Elio!
RispondiEliminaSicuramente un film prezioso, ci sono scene che ancora adesso ricordo come perle da cineteca; tu citi la stupenda sparatoria nel bosco ma se ne potrebbero elencare molte altre valide.
Chiaramente non è ai livelli di The Mission o di altri capolavori del regista. Ma lo adoro ugualmente. To, un grande!