18 settembre 2012

Great Jones Street

"What is U.S. Guv? It’s a bunch of rich men playing golf. It’s big business, big army and big government all visiting each other in company planes for the sole purposes of playing golf and talking money"

"Evil is movement towards void."


Bucky Wunderlick è il protagonista di questo libro. Rockstar in crisi esistenziale senza più la passione per il mestiere, che non sente più la necessità di esibirsi di fronte al pubblico. E decide di smettere di suonare. Si ritira nell'appartamento di Great Jones Street, New York. In cerca di qualcosa di indefinito o semplicemente della solitudine indispensabile per capire se stesso, con il vantaggio di poter spezzare le comunicazioni con il mondo esterno. Ma la macchina del business è avviata da tempo ormai, e non può essere interrotta così su due piedi, i produttori fremono. Poi entra in scena la stramba Happy Valley Farm Commune.

Ritratto critico di questo pazzo mondo assurdo. Solo I Simpson riescono a raccontare l'America, attraverso la semplicità di quegli omini gialli, così limpidamente, facendo trapelare un sacco di verità. La satira che esibisce le contraddizioni del sistema e propone una versione alternativa di esistenza. Il libro di Don DeLillo per me esprime simpsonismo al 100%. C'è una questione di date da tenere in conto, visto che questo volume è stato pubblicato nel 1973 e la famiglia Simpson ha fatto la sua prima apparizione solo negli anni ottanta.
Continuando con gli sbalzi temporali passo negli anni novanta a Chuck Palahniuk, altro autore che riesce a raccontare, con acidità, la cruda realtà che circonda un personaggio, criticando la società moderna. La setta che insegue la nostra rockstar mi ha ricordato quella religiosa di Survivor. Tutto fuori dal tempo, Great Jones Street, e contemporaneamente collegato ai The 1970s, la cultura musicale degli anni d'oro. La solitudine e la totale immersione nella collettività. Scrittura corposa e spoglia. Questi sono gli elementi contraddittori presenti nel testo esplosivo. Tra le varie copertine ho scelto la cover minimalista della serie pubblicata da Picador nel 2011.

"Non c'è niente di più noioso al mondo di una persona che ha viaggiato molto. [...] Le persone che viaggiano molto a un certo punto finiscono per perdere l'anima. E queste anime vagano sperdute nella fascia d'ozono. Vengono emesse dai Jet insieme a sostanze chimiche di conclamata tossicità. Intorno alla terra c'è una fascia di anime perse. I viaggiatori sanno parlare solo di viaggi. Prima, durante e dopo." (pag. 60)

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