27 marzo 2016

The wonderful legend of Toto


Una rivisitazione del grande classico Il mago di Oz. Ambientazione post-apocalittica. Personalmente adoro le rivisitazioni e questa è molto coinvolgente, poi il contesto post-apocalittico rende la storia pane per i miei denti. Shonen dei più classici, combattimenti super movimentati e molto coinvolgenti, disegnato molto bene. Disegni che ricordano Pītā Pan no Bōken, per il chara design più che altro, ma che si discostano in quanto molto originali. Storia conosciutissima ma non per questo noiosa o che passa in secondo piano, anzi il lettore (parlo per quello che ho provato io) rimane curioso, pagina dopo pagina, di vedere come vengano trasposte le varie figure presenti nel libro di L. Frank Baum, il leone senza coraggio, l’uomo di latta senza il cuore e lo spaventapasseri senza cervello. Ed è proprio lo spaventapasseri ad essere protagonista di questa avventura, Kakashi, che accompagna la piccola Dorothy verso Emerald, conosciutisi questi due in seguito ad un incontro del tutto casuale.

Subito dalle primissime pagine ci si trova difronte ad una storia dal ritmo ferrato, con subitissimo dei colpi di scena inaspettati. La particolarità della storia, che si discosta dal libro originale e ottima trovata dell’autore, risiede in quel elemento che è stato usato per rendere questo adattamento fruibile per diventare un manga shonen, il braccialetto dotato di potere che conferisce a Kakashi un’arma formidabile capace di contrastare il più temibile dei nemici, che loro denominano “Toto”, nome del manga appunto e nome del cagnolino della piccola Dorothy nel romanzo originale dello scrittore statunitense. Per dare logica a questa scelta l’autore delinea quest’arma con fattezze canine, ricollegando il tutto e dando un senso alla cosa. Sulla loro strada si frappone il temibile esercito di Nassa, desideroso di entrare in possesso di questo braccialetto magico per fini malefici. Ad aiutare il gruppo ci saranno vari personaggi tra cui il leone e l’uomo di latta, ma non illudetevi che sia così banale la questione perchè anche questi saranno a loro modo reinventati in maniera eccezionale e molto divertente. Unica pecca rimane il finale, troncato quando ancora manca tanto all’arrivo a Esmerald e che lascia in sospeso con una necessaria seconda serie che qui in Italia purtroppo non è facilmente trovabile. Rimane da sperare di poter leggere i capitoli successivi, perchè la storia merita davvero, seppur con le dovute proporzioni rispetto a grandi titoli di genere.

7.5

AniList review

17 marzo 2016

Leviathan

Abbandonata l'esperienza Twitter torno su questa piattaforma in parole povere perchè mi è venuta voglia di scrivere qualcosa di un po' più elaborato che i semplici 140 caratteri imposti dal social mi impedivano di fare, ma poi anche perchè mi ero scocciato di esprimere concetti concisamente, che in tutta franchezza ammazzavano la mia poca voglia di ragionare, ammazzavano quei pochi neuroni che mi entravao in circolo quando provavo a scrivere qualcosa (il lavoro non nominiamolo perchè quello di neuroni me ne brucia abbastanza). Non pensavo più, non ragionavo, invece tenere un blog richiede questo passaggio mentale in più che voglio in un certo senso riscoprire. Ricerca e sviluppo, here I come!

In questo periodo ho scoperto il piacere di legger i manga, che in tutta la mia vita non avevo mai letto. Ho tralasciato parecchie uscite cinematografiche e a dirla tutta non ho guardato tantissimi film in generale. Mi sono dedicato maggiormente alle serie tv, parecchie serie tv, e ne ho scoperte di veramente deliziose. Ma questo primo post del 2016 lo voglio aprire con un film, pur sempre rimangono la mia grande passione. Spero di essere maturato un pochino di più rispetto a quando ho lasciato, sia dal punto di vista della scrittura che di quello delle analisi.


Parliamo di questa storia. Nikolaj non accetta che il sindaco del suo paese voglia prendere possesso del suo terreno per costruirci chissà cosa. Chiama in suo aiuto un amico avvocato per muovere causa al tipo. Ma il sindaco detiene il potere e per quanto Nikolaj si sforzi di contrastarlo, non può veramente nulla. La sua solitudine di fronte a tutto ciò non gli lascia scampo e come se non bastasse gli fanno da contorno una relazione complicata con il figlio e con la seconda moglie che vede sfuggirgli di mano.

Questo film pone di fronte l'individuo da una parte e il potere che comanda dall'altra. Come il tema portante anche il titolo è un chiaro riferimento all'opera di Hobbes (filosofo studiato nel periodo scolastico e che quindi ricordavo a spanne), il Leviatano per l'appunto. Per comprendere questo film non serve sapere alcunché riguardo a questa opera perchè le cose mostrate si capiscono perfettamente per quello che vogliono rappresentare, anzi potrebbero queste immagini avere la funzione di introdurre lo studio del filosofo britannico. La colonna portante di questo film non si limita a questa contrapposizione individuo/stato, ma prende forma attorno alla figura del personaggio biblico di Giobbe, richiamato per l'appunto in un dialogo verso la fine del film, tra Nikolaj e il prete. Giobbe, distrutto dalla collera di Dio non rinnegò mai la sua fede ma anzi è proprio accettando il volere dell'Eterno che venne ripagato con una vita prosperosa. Questo passaggio biblico me lo sono dovuto leggere perchè non mastico bene l'argomento, soprattutto perchè mi manca totalmente un'istruzione religiosa avendo sempre chiesto l'esonero durante tutta la scuola dell'obbligo (escludendo forse solo le elementari). Un po' mi dispiace di non avere questo tipo di cultura perchè rimane sempre un qualcosa da conoscere, al di là del fatto che non si possano vedere certe cose dal punto di vista imposto dalla chiesa. Tramite Giobbe si tira in ballo la chiesa e ci si ricollega al lavoro di Thomas Hobbes citato prima, con lo stato e la chiesa. Secondo Hobbes il potere di queste due fazioni devono coincidere in una sola persona e il potere dello stato non dove categoricamente provenire da Dio. All'interno di questo film troviamo l'accostamento del protagonista Nikolaj con Giobbe e il personaggio del sindaco con quello del sovrano di Hobbes, anche se di fatto non detiene il potere spirituale che però rimane nelle mani di un suo amico quindi in pratica è come se lo fosse, almeno io lo interpreto così. Indicative le immagini finali in cui -SPOILER- viene mostrato questo sindaco in una chiesa costruita proprio dove prima sorgeva la casa del protagonista -FINE SPOILER-.

Il film tecnicamente è ineccepibile. Fotografia sublime, i paesaggi mostrati sono incantevoli. Le sequenze che mostrano i relitti delle imbarcazioni, le carcasse delle balene, rimangono un passaggio cinematografico che rimarrà nei miei ricordi. Forte la sensazione che scatena vedere queste immagini. Oltre ciò, encomiabile la scena in cui il giudice sciorina la sentenza davanti al protagonista. Una sequela di emendamenti, che sembrano parole al vento totalmente vuote e insignificanti (almeno per uno come me che di legge non capisce assolutamente un acca), che lasciano Nikilaj con uno sguardo vacuo, impotente difronte al Leviatano.

"Puoi tu prendere con l'amo il leviatano
o con funi legarne la lingua?
Ti porgerà forse molte suppliche?
Ti rivolgerà dolci parole?
Non v'è sulla terra uno a lui somigliante.
Egli è il re di tutte le bestie feroci."



8.5 s:8.5 r:9 c:7.5

s= sceneggiatura;
r= regia;
c= cast;