27 novembre 2011

Fire fly from hell: top five

Top five delle volate, del volare e dei volerò... visto più come desiderio di volare o come capacità mai avuta o perduta, presente in sogni e in leggende. Non sono scelte ponderate in base alla potenza della pellicola in campo cinematografico, sono più scelte di film significativi, e quindi per certi versi personali , che mi sono rimasti impressi. Le uniche forti indecisioni che ho avuto riguardavano un paio di film, ma alla fine ho optato per quello più consono alla classifica. Come nel caso di Rocketeer, preferito allo zaino propulsore di James Bond o alla sfera metallica di Steamboy, nonostante io preferisca il film Agente 007 - Thunderball: Operazione tuono rispetto all'altro. I criteri utilizzati mi hanno portato ad escludere film di supereroi dai nomi altisonanti, per optare magari verso figure più leggendarie come appunto quella di Peter Pan. Poi ho escluso le macchine, tipo aerei biplani deltaplani e biciclette...

5. Le avventure di Rocketeer . Joe Johnston
Jet pack dei nazisti caduto in mano allo stuntman Cliff Secord. Nella lista per tributo ai ricordi, in realtà non l'ho rivisto recentemente.
4. Toy Story - Il mondo dei giocattoli . John Lasseter

"Verso l'infinito e oltre!"

"Questo non è volare! Questo è cadere con stile!"
3. The Bird People in China . Takashi Miike
In un paesino remoto della Cina dove giungono un agente commerciale giapponese e un ex yakuza, viene tramandata un'antica e curiosa tradizione.
2. Hook - Capitan Uncino . Steven Spielberg
La storia di un avvocato che si dimentica il significato di essere bambini, un passato rimosso da recuperare. Il suo nome è Peter... Peter Banning.
1. Brazil . Terry Gilliam
Il cavaliere dall'armatura alata che salva una bella fanciulla. Ma solo nel sogno, poiché la realtà passa per il Ministero dell'Informazione.

22 novembre 2011

Codice Genesi

regia. Hughes
sceneggiatura. Gary Whitta
anno. 2010
genere. Fantascienza
cast. Denzel Washington, Gary Oldman, Mila Kunis
... ma che stronzata è ?
Avendo trovato questo film orribile, nella mia testa le parole per descriverlo sono riassumibili in due frasi:
Non toccate lo zainetto di Denzel Washington! e...
Se no vi taglia le palle!

Però si possono trovare elementi positivi nella pellicola, tipo... che Dio ha un forte senso dell'umorismo.
Guardatelo, vi prego, e smentitemi.

16 novembre 2011

Vendicami - 復仇

regia. Johnnie To
sceneggiatura. Wai Ka-Fai
anno. 2009
genere. Azione, Noir
cast. Johnny Hallyday, Anthony Wong, Lam Suet, Lam Ka-Tung, Simon Yam, Sylvie Testud, Michelle Ye
Lavoro di routine, incursione in una villetta e sterminio della famiglia abitante. Un orecchio salta di netto, ma la carneficina è inevitabile. In uno scandaloso stato precario rimane la donna di casa. All'ospedale riceve la visita del padre, arrivato direttamente dalla Francia. François Costello.
Johnnie To presenta un film dalle tinte noir ambientato nelle strade di Hong Kong. Forte la figura del protagonista, un passato misterioso e un mestiere, quello attuale, tra i più belli del mondo: chef. Johnny Hallyday entrato ufficialmente nel cast solo in seguito, dato che la prima scelta era caduta sul connazionale Alain Delon, già Frank Costello nel 1967 in un film di Jean-Pierre Melville, Frank Costello faccia d'angelo (Le Samouraï). Ma l'attore rifiutò l'ingaggio dopo aver letto il copione. Hallyday, consigliato dalla produzione, si presentò al regista in abito nero, seduto ad un tavolo del suo ristorante parigino, con aria da gangster. La parte fu subito sua. Ottimo il doppio trio di sicari amico e nemico, scelte adeguate. Impossibile non dare merito anche ai personaggi secondari.

Oggetti: le fotografie sulle quali il nostro chef scrive i nomi per non scordare da che parte sta chi e quale è il suo scopo: vendetta. La pistola con scritto George Fung. Solo un nome, nessun volto. I cubi di materiale rottamato usato come riparo nello scontro a fuoco nella discarica di "famiglia". Le armi nascoste, sempre in questa discarica, nel frigorifero o nel frullatore. La bicicletta tenuta in equilibrio dalle pallottole. I tavoli da picnic e quegli strambi frisbee colorati. E molti altri oggetti di culto.

Poi le scene, una su tutte quella in strada, sotto la pioggia, con la marea di ombrelli che non permette al protagonista di vedere i volti, riconoscere per comparazione dalle polaroid, gli sguardi estranei. Una delle più meritevoli. Questa, come altre scene, descrive bene la condizione dello chef francese senza memoria. Ottime la sequenza di guerriglia tra gang, o meglio tra una gang e i soli tre sicari, nel deposito rottami, scintille e ritmo sfrenato dettato dai caricatori svuotati delle pistole.
Scattiamo un'istantanea a questo film, giusto per non dimenticarcene.

11 novembre 2011

Il maledetto United

regia. Tom Hooper
sceneggiatura. Peter Morgan
soggetto. David Peace
anno. 2009
genere. Drammatico
cast. Michael Sheen, Timothy Spall, Colm Meaney, Jim Broadbent
Brian Clough lo scostante, intrattabile, permaloso e arrogante allenatore, odia il Leeds United. La sua è una vera fissazione e una delle principali motivazioni per le quali vuole arrivare nella prima divisione è quella di sconfiggere il Leeds. Ma la strada non può essere più tortuosa con al fianco l'amico e assistente Peter Taylor.
1967, Midlands Orientali. La squadra di calcio del Derby County milita nella seconda divisione del campionato inglese. Ad inizio secolo il prestigio della società era alle stelle, ma poi con gli anni tutto è andato perduto. L'arduo compito di riportare splendore nel Midlands viene affidato ad un certo signor Brian Howard Clough. Costui nel giro di due anni (1967-69), anche grazie agli acquisti mirati consigliati dal suo braccio destro Peter Thomas Taylor, riesce a portare la squadra nella rinomata First Division e arrivando persino, nel 1972, a farle vincere il primo titolo nazionale. Segue esonero per divergenze con la dirigenza.

1974, Leeds. Lo storico allenatore del Leeds United, Don Revie, lascia il suo incarico dopo innumerevoli anni di servizio per approdare alla panchina della nazionale inglese. La società per sostituirlo decide di puntare sul promettente Brian Clough, già campione con il Derby. 44 giorni. 44 fottutissimi giorni e Brian Clough viene esonerato. L'ingaggio con il Leeds aveva rotto il legame tra l'allenatorissimo e il suo fedele amico Taylor. Dopo l'esonero i due si riconcilieranno.

1975, Nottingham. (non presente nel film). La squadra minore del Nottingham Forest offre la guida a Brian Clough e il suo assistente Peter Taylor. I due, oltre alla riconquista del titolo nazionale, vinceranno per ben due anni di seguito la Coppa dei Campioni, impresa storica.

Brian Clough, ossessionato dal fallimento, diventerà accanito fumatore e alcolizzato. Muore di cancro all'età di 69 anni, il 20 settembre del 2004.

08 novembre 2011

Frost/Nixon

regia. Ron Howard
sceneggiatura. Peter Morgan
anno. 2008
genere. Drammatico
cast. Michael Sheen, Frank Langella, Kevin Bacon, Sam Rockwell, Matthew Macfadyen, Oliver Platt, Rebecca Hall
Stati Uniti d'America, anno 1972, scoppia lo scandalo Watergate. Sotto accusa, l'allora presidente in carica Richard Nixon, decide di annunciare le proprie dimissioni il 9 agosto 1974.
Regno unito, il presentatore di talk show David Frost rimane affascinato dal potere mediatico del presidente dimettente, tanto da volerne approfittare immediatamente proponendo a Nixon un'intervista, dispendiosa ma che garantirebbe una fonte di guadagno enorme, sfruttando le giuste pubblicità. Questa intervista, il duello, avviene il 1977. Nixon logorroico in maniera da prenderlo a scarpate in faccia pur di non sentire le sue parole. Frost (dal sorriso altrettanto irritante) agnellino indifeso capace di trasformarsi in leone al momento giusto.
Duello sezionato in quattro riprese in modo da variare le argomentazioni su più fronti e permettendo così al presidente di spiegare e giustificare scelte pesanti, contrastanti rispetto al patto fatto con gli elettori. Dalla storica intervista, Nixon crolla definitivamente, confessa le proprie inadempienze e porge le sue scuse al popolo americano tradito.
Cronologicamente questo film andrebbe visto dopo l'ottimo Tutti gli uomini del presidente. In questo modo attraverso le indagini dei giornalisti Carl Bernstein e Bob Woodward (rispettivamente Dustin Hoffman e Robert Redford) si può avere una più chiara idea della situazione.
Premesso che da questa parte dell'oceano tale dibattito possa essere considerato insignificante, rimane tuttavia un simpatico film sportivo senza azione (oltre al lato storico, per chi fosse interessato). Infatti il duello sembra costruito come un incontro di boxe, senza però il fascino delle botte. Ci si deve accontentare della "violenza" verbale.

01 novembre 2011

Achille e la tartaruga

regia. Takeshi Kitano
sceneggiatura. Takeshi Kitano
soggetto. Takeshi Kitano
anno. 2008
genere. Commedia
cast. Takeshi Kitano, Kanako Higuchi, Yurei Yanagi, Kumiko Aso, Akira Nakao
Per descrivere la trama di questo film basterebbe riportare il paradosso di Zenone, quello di Achille e della tartaruga appunto, proprio come fa la sequenza d'animazione iniziale. Una semplice proposizione, ma perfettamente riassuntiva. Ecco la biografia dell'artista Machisu:
" Achille, simbolo di rapidità, deve raggiungere la tartaruga, simbolo di lentezza. Achille corre dieci volte più svelto della tartaruga e le concede dieci metri di vantaggio. Achille corre quei dieci metri e la tartaruga percorre un metro; Achille percorre quel metro, la tartaruga percorre un decimetro; Achille percorre quel decimetro, la tartaruga percorre un centimetro; Achille percorre quel centimetro, la tartaruga percorre un millimetro; Achille percorre quel millimetro, la tartaruga percorre un decimo di millimetro, e così via all’infinito; di modo che Achille può correre per sempre senza raggiungerla. "
Zenone di Elea
(parole di Jorge Luis Borges)

Poche parole che racchiudono nella propria contraddizione l'essenza della vita di un artista, prima bambino normalissimo destinato alle migliori scuole francesi, poi orfano, figliastro, sguattero ma sempre un artista alla perenne ricerca della consacrazione definitiva, che può arrivare solo inseguendo un mondo, l'arte, in continua modificazione e quindi in continuo aggiornamento. Impersonato nell'età adulta dall'ormai sempre più eclettico Takeshi Kitano, rimane impresso nella memoria dello spettatore, non tanto perchè il film sia un capolavoro ma in quanto il personaggio raccontatoci, tratto da un soggetto fittizio scritto dallo stesso Kitano, rimane indelebilmente, con le circostanze grottesche della sua vita, una figura unica. La cosa certa, per quanto Machisu possa o non possa affermarsi come pittore riconosciuto globalmente, è che lui un artista lo è sempre stato.